L’agricoltura al centro del villaggio. Finalmente. Parafrasando uno dei proverbi più noti della storia festeggiamo, a ragion veduta, l’imminente arrivo del Manifesto dell’Agricoltura di Fratelli d’Italia. Fortemente voluto dal nostro dipartimento nazionale Agricoltura e Eccellenze italiane, presieduto dal Senatore Luca De Carlo, il documento pone il settore nella posizione che merita.
Serve, come da tempo sottolineiamo, un piano strategico per l’intero comparto: stop alle improvvisazioni.
Il periodo di guerra che stiamo attraversando ci impone di puntare sulla cosiddetta sovranità alimentare. Tre le vie da percorrere: rendere indipendente l’Italia dagli altri paesi (basta con la massiccia importazione), contratti di filiera che non strozzino gli agricoltori, recupero dei terreni che l’Unione Europea ha voluto scientemente incolti per mezzo di scelte irresponsabili con la promozione del “set aside” e il “farm to fork”.
Di conseguenza, la ricerca diventa la stella cometa da seguire anche mediante il cosiddetto “genoma editing”.
In linea di principio, si tratta di una tecnica di evoluzione assistita che consente di lavorare e velocizzare alcuni processi cambiando solo una parte di genetica già preesistente sulla pianta.
I vantaggi? Rapidità dei cambiamenti, risoluzione delle problematiche di un tipo di specie ed esaltazione di altre. Senza ricorrere a genetica esterna.
Tutto all’interno della stessa pianta. Oggi, questo è proibito. E a Viterbo lo sappiamo bene.
Basti ricordare che anni fa, nella nostra Università di agraria, la ricerca scientifica cominciò a lavorare in tal senso ma poi gli addetti ai lavori furono costretti a bruciare tutto perché la normativa europea equipara tali pratiche agli Ogm.
Tuttavia, stiamo discorrendo di due cose differenti.
La pandemia, la guerra a Est, il caro prezzi, il reddito agricolo che stride con le esigenze e i problemi della categoria ci impongono una sola strada: la sovranità alimentare, appunto, con tutto quello che di buono ne deriva. E’ da questo principio che possiamo dare risalto a tutta l’agricoltura italiana, restituire dignità agli agricoltori che sono coloro i quali ci permettono di usufruire del Made in Italy. Non gli atri si badi bene.
Pertanto, il Manifesto dell’agricoltura darà il via alla rinascita di uno dei comparti più rilevanti della nazione. Non è un caso che sia Fratelli d’Italia a redigerlo e a realizzarlo .
Roberto Bedini responsabile reg. dip. Agricoltura FdI
Pietro Narduzzi responsabile prov. dip. Agricoltura FdI